La mostra, originariamente promossa dalla Graduate School of Design dell’Università di Harvard e curata da Jill Desimini, viene presentata a Mendrisio grazie all’adattamento del paesaggista Joao Gomes da Silva. La produzione di figurazioni della realtà fisica del mondo ha dato origine a un’attività culturale denominata “cartografia”, che pur appartenendo alla geografia, ha un impatto su altre discipline, nelle scienze come nelle arti. L’esposizione vuole dunque restituire un racconto visivo sullo stato dell’arte in merito alle relazioni che intercorrono tra la pratica della mappatura, il progetto del paesaggio e l’architettura intesa come rappresentazione. La mostra si articola in quattro sezioni, invenzioni sotterranee, Itinerari temporali, esplorazioni acquee, pratiche terrestri ed è integrata da materiali cartografici originali provenienti dalle collezioni della Biblioteca dell’Accademia, offrendo così ai visitatori uno sguardo diretto su documenti riferiti al paesaggio della Svizzera e dell’Italia settentrionale, territori dove forte è sempre stata la necessità di creare infrastrutture, migliorare la raccolta e la distribuzione delle acque, la produzione e la distribuzione dell’energia e la circolazione stradale e ferroviaria.